martedì 21 aprile 2009

E NEL VENETO? ECCO COME STA ANDANDO....

Un collega del Veneto ci scrive e noi con solerzia pubblichiamo:
Cari Colleghi e ... Amici di sventura dello IAL Piemonte,
ecco un'altra storia che non vorrei mai aver sentito! Altri colleghi fregati da IAL e quindi da CISL ?Per noi è andata, e sta andando proprio così. Sono un Ex RSU Cisl di Verona, che ha denunciato la situazione da anni, dello IAL che seguiva tanto bene la Qualità formale delle procedure interne, e nessuno che seguiva la sostanza! In realtà a noi dipendenti e collaboratori il lavoro piaceva. Abbiamo sempre fatto cose interessanti trovando lavoro a tantissimi giovani e meno giovani, di tutte le categorie. Eravamo quindi formatori di attività funzionali alla reale formazione, e prese una ad una anche in attivo sotto il profilo finanziario! Eravamo degli esperti di budget... Ma sempre più dalla sede centrale di Mestre-Venezia ci "mungevano" denari e finanziamenti. L'ente ora è in liquidazione coatta, tutte le attività sono passate (contese perchè funzionali e spesso prestigiose) ad altri Enti di Formazione, e solo una metà di noi ha trovato impiego sicuro... Ora però vi allego però un pò dell'ultimo materiale che stiamo elaborando per la Manifestazione di domani. Ci sentiremo comunque prossimamente. Speriamo bene per tutti voi, ma sono cose inconcepibili!
Ciao, Luigi Meneghello
ECCO I TRE DOCUMENTI CHE CI HA SPEDITO MENEGHELLO DAL VENETO:
  • Il Gazzettino
    Domenica 4 Gennaio 2009, Mestre
    Sul piede di guerra circa duemila ex collaboratori dell’istituto di formazione e i dipendenti che si sono trovati senza lavoroCrac Ial, ora la bufera investe la Cisl. Dai tribunali piovono decreti ingiuntivi e spesso viene chiamato in causa direttamente il sindacato.

    La bufera che ha fatto chiudere lo Ial, ente di formazione veneto, sta travolgendo anche la Cisl regionale. Molti dei duemila docenti a contratto e una trentina di ex dipendenti dell’ente si sono rivolti singolarmente ai tribunali di mezza regione, ottenendo decreti ingiuntivi di pagamento, e stanno anche valutando di promuovere una causa comune perché lo Ial nazionale e la Cisl coprano il buco di circa 10 milioni di euro che ha fatto chiudere lo Ial Veneto: ci sono docenti che avanzano anche 200 mila euro per i corsi tenuti negli ultimi anni, e ci sono ex dipendenti che non hanno ricevuto gli ultimi stipendi, il Tfr, la tredicesima, non hanno alcun ammortizzatore sociale e, soprattutto, non hanno trovato un altro posto di lavoro, come invece i vertici della Cisl gli avevano promesso.
    La Cisl sotto pressione per il "buco" dello IalEx dipendenti lasciati a casa dal sindacato pronti a una causa comune. E gli ex collaboratori avanzano milioni di euro.
    I decreti ingiuntivi contro lo Ial cominciano ad aumentare, provengono dai Tribunali di mezza regione, e anche da quello di Venezia. La Cisl resiste nella sua posizione "aziendale", ma sono sempre di più i buchi nella corazza difensiva; ed ora si sta profilando anche la possibilità di una causa collettiva contro il sindacato. D’altro canto è difficile pensare di poter liquidare con la sola solidarietà morale un paio di migliaia di collaboratori e una trentina di ex dipendenti dello Ial: i primi creditori con posizioni che vanno da poche migliaia di euro a cifre astronomiche di 200 mila euro per i corsi tenuti negli ultimi anni; i secondi ricollocati a tempo determinato o addirittura licenziati, senza stipendio da mesi, senza Tfr, senza tredicesima, senza liquidazione, con montagne di ferie non pagate, nessun ammortizzatore sociale e senza uno straccio di prospettiva per il futuro. Fino a qualche mese fa credevano ai vertici della Cisl che dicevano loro di non fare causa, di stare buoni perché gli avrebbero trovato un altro posto; ora si trovano con il sedere a terra; una donna, come soluzione, si è sentita fare la proposta di 3 mesi con contratto interinale in un Caf, a partire da aprile. Lo Ial Veneto è chiuso, ha un buco che si avvicina alla decina di milioni di euro in una situazione simile a quella di altre sedi regionali dell’Istituto di formazione nazionale nato nel 1995 (ma in altre regioni non si è arrivati alla liquidazione), assieme ad altri istituti analoghi quando i sindacati si accorsero che, per intercettare i circa 2 miliardi di euro l’anno di finanziamenti alla formazione che arrivano dall’Europa, dallo Stato e dalle Regioni, occorreva creare degli enti ad hoc perché non potevano gestire tutti quei soldi direttamente. Enti separati, dunque, ma strettamente legati alla casa madre, i sindacati. Nel caso dello Ial, erano Cisl (tra i quali anche alcuni componenti dell’attuale vertice) non solo l’amministratore delegato, ma l’intero consiglio di amministrazione e gli organi di controllo. Luca Picotti, laurea in pedagogia, ex presidente di una cooperativa sociale, è il liquidatore veneto, e la sua impostazione - quella di una liquidazione coatta fallimentare - comincia ad essere respinta dai Tribunali che hanno accolto una serie di richieste di decreti ingiuntivi; i Tribunali dicono che è una liquidazione volontaria e quindi lo Ial deve rispondere; ed ora hanno cominciato ad accogliere ricorsi che si rivolgono pure alla Cisl. Nebridio Massaro, l’ex amministratore delegato dello Ial contro la cui gestione il liquidatore stava valutando di fare una causa per danni, ha fatto scrivere alla Cisl una lettera dal suo avvocato: semplicemente chiede che il sindacato si faccia carico delle centinaia di richieste di soldi che gli arrivano dai docenti a contratto; era lui che firmava ed è a lui che si rivolgono. A parte il fatto che non ha un centesimo, anche lui sostiene che è il sindacato regionale, o lo Ial nazionale, a dover garantire le questioni economiche. Massaro è un sindacalista vecchio stampo, di quelli che pensano che il sindacato sia soprattutto solidarietà, non un’azienda, come invece sostiene la Cisl di oggi. La battaglia, ora che dipendenti e collaboratori hanno deciso di non seguire più i consigli del sindacato e di passare all’attacco nei Tribunali, è appena all’inizio. E la Cisl, che contava probabilmente di azzerare tutto e di riaprire un nuovo ente di formazione liberato dai debiti, dovrà penare non poco, anche perché appunto i creditori stanno cercando di unirsi per una causa comune. Elisio Trevisan
    LE TESTIMONIANZE
    «La Cisl ci aveva detto di non fare causa perché non ci avrebbe abbandonati, ora siamo senza soldi e senza futuro»
    «Siamo stati "cacciati" proprio da chi doveva tutelarci»

    Ciò che li fa arrabbiare di più, paradossalmente e dopo la questione economica, è il fatto che si sono sentiti "licenziati" proprio da un sindacato. A dire il vero non è la prima volta che capita in Italia, ma loro erano convinti al 100% che la Cisl li avrebbe tutelati. «E invece ci troviamo licenziati e senza alcuna prospettiva di un altro lavoro, come invece ci avevano assicurato i vertici della Cisl del Veneto e tutte le segreterie locali». Sono 13 gli ex dipendenti dello Ial Veneto messi peggio: da mesi non vengono pagati, sono senza lavoro, non hanno nemmeno ammortizzatori sociali perché lo Ial era un’associazione non riconosciuta, quindi non poteva fallire, e di conseguenza non aveva nemmeno fatto i versamenti per la disoccupazione non volontaria. La Cisl, che aveva promesso di ricollocare tutti gli 80 dipendenti («abbiamo fatto anche un accordo, seppure non scritto, ma ci sono decine di testimoni di quell’incontro» raccontano gli ex dipendenti Ial»), ha trovato un lavoro a tempo indeterminato ad una trentina di loro. Gli altri hanno o avranno posti a tempo determinato (per il periodo di durata del corso di formazione che lo Ial ha ceduto ad altri istituti dove sono stati collocati) e 13 di loro sono, appunto, senza futuro e, per il momento, pure senza passato. «Abbiamo famiglia, mutui per la casa, da mesi non vediamo un centesimo. Ora lo Ial nazionale e la Cisl regionale dovranno rispondere. Se quell’accordo con il quale ci hanno assicurato di non abbandonarci non vale più, allora anche noi siamo liberi di andare in Tribunale e di portare questa vertenza in tutte le sedi che riterremo più opportune». Almeno all’inizio, però, questi lavoratori hanno trovato più di qualche difficoltà a farsi difendere, perché molti degli avvocati giuslavoristi sono legati ai sindacati, e trovarne uno disposto a difenderli contro un sindacato è stata un’impresa. L’unica soluzione, per queste persone e per le centinaia di collaboratori che hanno cominciato a chiedere decreti ingiuntivi contro lo Ial e ora si stanno attrezzando a farlo anche contro la Cisl, è che la Cisl si faccia carico del problema, non solo con parole di solidarietà, ma nei fatti: «La Cisl ha già tirato fuori 3 milioni e mezzo di euro per coprire i buchi di questo Ial, ora deve andare fino in fondo. Tra l’altro non capiamo come mai non ci ha ricollocati negli altri istituti di "Forma Veneto", l’associazione degli enti di formazione. Forse perché non vuole cedere tutti i suoi corsi e vuole invece tenerseli per quando riaprirà un nuovo ente di formazione? Non vorremmo, alla fine, che il nostro lavoro e tutti i soldi che avanziamo fossero sacrificati sull’altare di una battaglia politica, perché chi ha in mano il settore della formazione gestisce potere».

  • ex Lavoratori IAL CISL Veneto
    Comunicato stampa del 11/03/09

    Quando è il sindacato il “padrone” che licenzia, per i lavoratori disoccupati è molto difficile far valere i propri diritti
    ABBANDONATI I DISOCCUPATI DELLO IAL CISL VENETO
    Sono sempre più avviliti gli ex-dipendenti dello IAL CISL Veneto: senza posto di lavoro, con il TFR a rischio, con mensilità arretrate da percepire, con il sindacato che tenta di nascondere questa imbarazzante situazione perché dovrebbe fare la lotta a se stesso.

    La sera, di fronte al consueto dibattito in televisione dove il sindacalista di turno bacchetta l’ennesimo imprenditore che ha messo in cassa-integrazione o ha licenziato i propri lavoratori, gli ex-dipendenti dello IAL CISL Veneto sobbalzano dalla sedia e faticano a controllare la ribellione provocata da quella che tanti di loro definiscono una “insopportabile ipocrisia”.
    La vicenda forse è nota a più di qualche nostro lettore. Lo IAL CISL Veneto era l’Ente di Formazione Professionale della CISL; dico perché una montagna di debiti lo ha sommerso. Oltre alle mensilità non pagate ai suoi ex-dipendenti ora disoccupati , lo IAL CISL non ha pagato le prestazioni di numerosi collaboratori e fornitori: si parla di circa 2000 persone coinvolte per un importo di almeno 6 milioni di euro; voci fanno lievitare il frutto dell’allegra gestione a oltre 10 milioni.
    Stante questa situazione, IAL CISL ha chiuso tutte le attività nello scorso mese di novembre. E’ stato nominato un Commissario liquidatore: il Dott. Luca Picotti. Ai collaboratori e fornitori è stato chiesto di comunicare l’ammontare dei propri crediti. Agli ex-dipendenti, il segretario regionale CISL ha prontamente assicurato che tutti sarebbero stati ricollocati. Le rappresentanze sindacali presenti si sono anche raccomandate di stare tranquilli, di non fare chiasso, che altrimenti si sarebbero compromesse le azioni per la ricollocazione lavorativa. Dello stesso tono anche gli interventi dei rappresentanti UIL e CIGL. Insomma, tutti concordi nell’affermare che il disastro gestionale dello IAL CISL non sarebbe stato pagato dai lavoratori. Tutti sarebbero stati ricollocati addirittura mantenendo diritti e anzianità acquisite.
    Ad oggi, la liquidazione dell’Ente non si sa se e come potrà procedere; sembra che per statuto un Ente di questo tipo sottostà a una normativa amministrativa-gestionale particolare. Tra le altre cose, questa normativa non prevede la possibilità che si possa metter in atto la procedura di liquidazione fallimentare. Questo è stato un primo brutto colpo per gli ex-dipendenti. Infatti, non è scontato che l’INPS potrà farsi carico dei TFR di un’azienda che non può essere dichiarata fallita. Questa terribile mazzata, è stata accompagnata da una ricollocazione solo parziale e in alcuni casi a condizioni molto peggiorative rispetto al rapporto lavorativo già in essere.
    Per tutti gli altri ex-dipendenti che, nonostante le promesse, non sono stati ricollocati, è iniziato un vero e proprio calvario. Si va dalla disperazione di chi ha una famiglia da far sopravvivere e da agosto 2008 non percepisce stipendio e non ha ancora ricevuto un solo euro di indennità di disoccupazione, alla situazione leggermente migliore di chi ha potuto respirare una boccata d’ossigeno con il recente arrivo della prima indennità di disoccupazione con i quali far fronte ai debiti contratti e al sopravvivere quotidiano. Accanto a questa problematica situazione economica, si è poi manifestata la vera beffa. Da mesi i lavoratori chiedono di poter parlare della propria situazione ai propri rappresentanti sindacali senza aver finora ottenuto alcunché. D’altronde, si può anche capire l’imbarazzo di chi deve difendere i lavoratori dai soprusi perpetrati dalla propria organizzazione sindacale o da uno degli altri componenti della famosa “triplice” (ndr CIGL, CISL, UIL).
    La goccia che ha fatto esasperare gli animi è stato poi l’aver appreso che la CISL Regionale Veneto ha comunicato alla stampa e a tutti gli iscritti e funzionari CISL che la situazione è stata risolta: i dipendenti hanno avuto i loro stipendi; la ricollocazione lavorativa è stata completata. Una comunicazione interna della segreteria Regionale CISL firmata Franca Porto, destinata ai responsabili dei diversi settori, è arrivata anche ad affermare che 4 ex-dipendenti della sede di Cologna Veneta hanno addirittura rifiutato la ricollocazione lavorativa loro proposta perché troppo scomoda; la CISL non si è lasciata comunque scoraggiare da tale incomprensibile atteggiamento dei lavoratori e a breve avrebbe presentato ai 4 ulteriori proposte di lavoro. “Questo non lo possiamo accettare” dicono i 4 ingrati (secondo la CISL) di Cologna: “mai ci è stato prospettato alcunché da parte della CISL Veneto, tali falsità non fanno certo onore ad un sindacato che discredita i lavoratori anziché tutelarli. Come avremmo potuto rifiutare un posto di lavoro stante l’attuale nostra grave difficoltà economica e il pressante desiderio di riacquistare quanto prima un ruolo attivo nella società, senza l’umiliazione dell’assegno di disoccupazione? Non ci sarebbe mai passato neanche lontanamente per la testa di rifiutare una mai pervenuta proposta lavorativa.”
    Ecco perché, in mancanza di risposte e di fronte a quello che gli ex-dipendenti IAL CISL Veneto definiscono “un evidente tentativo di nascondere l’ingombrante polvere sotto il tappeto”, un nutrito gruppo di loro ha deciso di intervenire ai prossimi congressi provinciali e regionali della CISL Veneto. Quello che intendono mettere in atto è un’azione di controinformazione perché, dicono ancora gli ex-dipendenti, “sicuramente molti iscritti e responsabili della CISL Veneto ignorano come si sono veramente comportati i vertici della CISL Veneto”.
    Per molto meno, ammette qualcuno dei funzionari CISL informati di come si sono svolti realmente i fatti, avremmo costretto ad un comportamento più corretto e rispettoso dei lavoratori, qualsiasi altro datore di lavoro; avremmo fatto un tale chiasso ed intrapreso tali azioni che i risultati li avremmo di sicuro portati a casa.

  • IAL CISL VENETO: BREVE CRONISTORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO
    IAL CISL Veneto è stato fino allo scorso mese di dicembre l’ente di formazione professionale della CISL. Nei suoi 4 C.F.P. parecchie migliaia di giovani sono stati preparati per un qualificato ingresso nel mondo del lavoro. Nelle sue sedi periferiche (almeno una per ogni provincia del veneto) migliaia di lavoratori dei più diversi settori sono stati aggiornati e riqualificati. Tutto questo è avvenuto grazie al senso di responsabilità e alla cocciutaggine di centinaia di formatori dello IAL che hanno cercato di limitare i danni di una gestione dissennata imposta dall’Amministratore Delegato (di esclusiva nomina CISL) supportato dal Comitato di Indirizzo e Controllo (composto dai segretari provinciali e dirigenti della CISL). La reazione più frequente di questi signori ogniqualvolta si cercava di far presenta come la situazione diventasse sempre più insostenibile era: “Chi ha il ruolo e l’incarico per decidere? Tu non ti preoccupare di questo, che io ho a chi rispondere. La discussione è chiusa”.
    ORA IAL CISL VENETO HA CHIUSO; UNA MONTAGNA DI DEBITI LO HA SOMMERSO
    Oltre alle mensilità non pagate ai suoi ex-dipendenti, ORA DISOCCUPATI, lo IAL CISL Veneto non ha pagato le prestazioni di numerosi collaboratori e fornitori: si parla di circa 2000 persone coinvolte per un importo di almeno 6 milioni di euro; voci fanno lievitare il frutto dell’allegra gestione a oltre 10 milioni di euro.
    IAL CISL VENETO: GLI EX-DIPENDENTI ABBANDONATI
    Nonostante le promesse fatte dal segretario regionale CISL, la ricollocazione del personale è ancora lungi dall’essere completata. E’ stato fatto credere che tutti sarebbero stati ricollocati; è stata fatta passare la linea di stare buoni e tranquilli, di non creare problemi, di accettare la clamorosa ed evidente svendita (della serie prendi 2-3 o anche 4 e paghi 1, anzi te lo regalo) delle attività formative ex-IAL funzionanti, finanziate e solo da avviare. Per dare un’idea di quanto accaduto, le attività di prima formazione, che godevano ottima salute (cioè con numerosi utenti e ben finanziate), sono state passate ad altri enti che però, anziché venire forzati a farsi carico del maggior numero possibile di lavoratori IAL, non hanno riassorbito nemmeno tutti i lavoratori IAL già in esse occupati. Il risultato è stato che poi per realizzare queste attività, gli enti cui è piovuta questa inaspettata manna sono dovuti ricorrere a lavoratori esterni assunti con contratti di lavoro temporaneo. La stessa cosa è accaduta per i corsi del settore sociale: sono stati ceduti tutti i corsi e solo una parte dei lavoratori prima occupati in questa attività e necessari per realizzare le attività stesse. Il risultato è che per realizzare questa provvidenza “made in IAL CISL Veneto” questi enti devono ricorrere a professionisti esterni, addirittura a dei tranquilli pensionati.
    Queste sono state le tanto sbandierate operazioni di ricollocazione che tanto sforzo ed impegno sono costate ai vertici regionali CISL. E anche i numeri dei ricollocati, sono di gran lunga inferiori ai risultati propagandati come “grandi successi” sugli organi di stampa.
    Probabilmente è vi è anche giunta una comunicazione interna nella quale si diceva che il problema degli ex-dipendenti era risolto: tutti occupati e in pari con gli stipendi.
    QUESTO E’ ASSOLUTAMENTE FALSO!!!!
    Molti sono ancora i lavoratori da ricollocare; se qualcuno dice che ne sono rimasti 11, è veramente preoccupante. Significa che oltre a non occuparsene seriamente, non ha neanche fatto un’indagine per sapere quante persone sono rimaste disoccupate grazie alla scellerata gestione dello IAL Veneto, messa in atto con il beneplacito dei vertici della CISL regionale. E più di qualcuno di questi disoccupati prodotti dallo IAL CISL è monoreddito e senza stipendio dallo scorso mese di Agosto. E vi invitiamo ad immaginare quanto possono essere durati i pochi Euro di disoccupazione ordinaria arrivati (e non ancora a tutti) dopo oltre 6 mesi senza aver intascato un solo euro. Credo che capirete anche l’esasperazione di chi vive questi umilianti disagi e viene a sapere di essere accusato di aver rifiutato un posto di lavoro. MAI è stato proposto alcunché ai 4 dipendenti della sede di Cologna Veneta; come avrebbero potuto rifiutare proposte mai arrivate?
    Avete un’idea di quanto abbiamo dovuto lottare per ottenere un’assemblea sindacale nella quale far presente questa realtà che si sta tentando di nascondere? Solo dopo che abbiamo minacciato di manifestare in occasione dei congressi provinciali e regionali hanno concesso di ascoltarci.
    Lo sapete che oltre ad avere ancora un cospicuo credito nei confronti dello IAL CISL Veneto, anche il nostro TFR è a rischio? Qualcuno vi ha detto che la procedura di fallimento dilettantescamente avviata sembra che non possa essere portata avanti perché la normativa vigente prevede che un ente con lo statuto dello IAL non possa essere dichiarato fallito? E sapete che la conseguenza di questo è che non è scontato che l’INPS possa farsi carico dei TFR di “un’azienda” che non può essere dichiarata fallita?
    CHIEDIAMO L’AIUTO DI QUANTI CREDONO NEL RUOLO VERO DEL SINDACATO
    E’ con grande amarezza che abbiamo constatato sulla nostra pelle quanto svantaggioso sia stato per noi l’essere dipendenti di un ente di emanazione sindacale. Qualcuno di voi, correttamente informato di come si sono realmente svolti i fatti ci ha chiaramente detto che un simile comportamento non sarebbe stato tollerato da nessun sindacato se a compierlo fosse stato un datore di lavoro classico.
    E’ con questa amarezza e contando sulle forze sane, responsabili, più attente agli interessi dei lavoratori che non alla beghe interne di potere, che stiamo tentando questa azione di contro-informazione. Non è giusto che noi ex-lavoratori dello IAL CISL Veneto diventiamo l’ingombrante polvere da nascondere sotto il tappeto.
    Chiediamo la solidarietà di quanti credono che il sindacato non possa tollerare imbarazzanti scheletri in ben nascosti armadi.
    Chiediamo l’appoggio di quanti credono che la correttezza del proprio comportamento sia il migliore dei moniti da rivolgere al mondo imprenditoriale nei confronti del quale dovranno essere ancora numerose ed importanti la battaglie da vincere.
    Chiediamo il sostegno di quanti pretendono che il sindacato possa e debba ancora girare a testa alta.

4 commenti:

Unknown ha detto...

SONO UNA CO.CO.PRO CHE PENSAVA DI AVERE UN CREDITO NEI CONFRONTI DI IAL CISL PIEMONTE FORMAZIONE, MA LEGGENDO QUANTO E' SUCCESSO A IAL CISL VENETO, PUR ESSENDO ASTEMMIA LA PROSSIMA VOLTA CHE METTO DA PARTE 10.000 EURO MI COMPRO UNA BOTTIGLIA DI BAROLO D'ANNATA E ME LA ASSAPORO LENTAMENTE DAVANTI AL CAMINETTO ACCESO. SARO' SEMPRE SENZA SOLDI MA ALMENO POTRO' DIRE DI ESSERMELI BEVUTI ALLA SALUTE DI QUESTI GENIETTI CHE COSI SAPIENTEMENTE AMMINISTRANO E DISSERTANO DI OGNI COSA SENZA ATTENERSI AL PRICIPIO FONDAMENTALE CHE IL LAVORATORE VA RETRIBUITO E NON SFRUTTATO E DILEGGIATO.

Kannadelgas ha detto...

Il credito ce l'hai, fidati, ce l'hai eccome.. mai sentito parlare di avvocati? Sono brutti e antipatici, ma in questi casi, e in questo in particolare, dove tu hai più che ragione, possono essere molto utili...Col credito che hai ne vale la pena...Magari non ci provi perchè in precedenza hai avuto brutte esperienze, o le ha avute qualche tuo conoscente, ma c'è tanta gente che invece si è trovata bene e alla fine non ha speso un euro perchè il suo legale l'ha pagato la controparte.. Non scoraggiarti, dammi retta, prova almeno a sentire!

Unknown ha detto...

C'è qualcuno del Veneto che come me aspetta ancora soldi dallo IAL Veneto?
Fatevi vivi e scrivetemi a sassetto@gmail.com

IAL Lazio ha detto...

Carissimi colleghi, si perchè io sono un dipendente dello IAL Lazio, comprendo la vostra situazione perchè è anche la nostra!! Anche lo IAL Lazio è stato messo in liquidazione, per ora volontaria, ma visto il "buco" (circa sei milioni di euro!) ci apettiamo la liquidazione coatta anche noi. Non prendiamo lo stipendio da 4 mesi, i colleghi dimessi non hanno percepito il tfr, i fornitori non vengono pagati, etc, etc. Le ingiunzioni di pagamento e i pignoramenti sono all'ordine del giorno. Anche a noi i vertici della CISL hanno promesso che NESSUNO rimarrà per strada, ma vista la situazione ci credo poco!! Coraggio a voi e a noi.